ISABELLE
Festival e premi
Montreal World Film Festival / Festival des Films du Monde de Montréal (Canada) / World Competition / Best Screenplay
Cape Town International Film Market & Festival / International Features, Official Selection / Best Actress
Premio Miglior Sceneggiatura al Montreal World Film Festival
ISABELLE
di Mirko Locatelli
Italia, Francia, 2018, 90 min.
Isabelle è un’astronoma di origini francesi, vive in Italia in una grande casa immersa tra i vigneti sulle colline nei pressi di Trieste. Il sole splende sulla campagna, il mare a pochi chilometri si infrange sulla costa rocciosa, il paesaggio è un paradiso e come tutte le estati suo figlio Jérôme passerà qualche tempo con lei. Isabelle lo ama molto, è pronta a fare qualsiasi cosa per lui, ma l’incontro con Davide, un giovane che sta attraversando un momento di grande difficoltà, stravolgerà le loro vite e Isabelle dovrà compiere una scelta che porterà inevitabilmente a un epilogo doloroso.
Regia
Mirko Locatelli
Cast
Ariane Ascaride, Robinson Stévenin, Samuele Vessio, Lavinia Anselmi
Prodotto da
Fabio Cavenaghi, Paolo Cavenaghi, Mirko Locatelli, Giuditta Tarantelli, Marc Bordure, Robert Guédiguian
una produzione
STRANI FILM e AGAT FILMS & CIE.con RAI CINEMA
con il sostegno di
Mibact - Direzione generale cinema
Friuli Venezia Giulia Film Commission
Distribuito da STRANI FILM
in collaborazione con MARIPOSA CINEMATOGRAFICA
Soggetto e sceneggiatura: Mirko Locatelli, Giuditta Tarantelli
Montaggio: Fabio Bobbio
Musiche: Mirko Locatelli
Quando ho iniziato a immaginare una direzione per Isabelle, mi sono imposto di rifuggire gli stereotipi del cinema di genere, a vantaggio degli aspetti più intimi dei singoli personaggi, tutti incapaci di gestire un ruolo che la vita gli ha riservato loro malgrado. Ho sempre pensato a Isabelle come uno di quei personaggi del teatro borghese di Augier o Dumas, che portano il gioco della vita e della morte sul palcoscenico, che lottano contro se stessi e il loro sistema di valori pur di proteggere la propria posizione sociale. Isabelle è anche un film sull’incedere del tempo sui corpi, sull’ipocrisia e l’egoismo degli esseri umani, sul coraggio e la coscienza con la quale prima o poi ognuno di noi è obbligato a confrontarsi.
Mirko Locatelli
Rassegna stampa
Mirko Locatelli è un regista che, protetto dalla crosta della sua sensibilità, sta sospeso sui suoi film e le storie come un equilibrista sul filo. Accade anche con Isabelle (il premio per la sceneggiatura di Giuditta Tarantelli a Montreal) in cui i conti sentimentali tra i personaggi volutamente non tornano, ma questo è il fascino del dubbio espresso dal suo cinema che non offre mai teoremi.
Maurizio Porro, Corriere della Sera
Isabelle di Mirko Locatelli riesce a catturare l’attenzione dello spettatore senza fornirgli troppi elementi concreti e lo conduce in un viaggio senza bussola all’interno della personalità di una donna consumata da un segreto terribile.
Il racconto si snoda sapiente, sullo sfondo di un paesaggio di rara bellezza che sembra determinare gli eventi all’insaputa dei protagonisti.
Daniela Catelli, Comingsoon.it
non indulge in colpi di sorpresa e in sequenze ad effetto drammatico, ma è tutto una questione di sguardo, di attenzione ai corpi dei personaggi che, in una rarefatta danza dei tempi, appaiono in un certo modo e sottendono altro [...] un’opera preziosa, autentico cinema della riflessione esistenziale.
Roberto Lasagna, Cineforum
Mirko Locatelli costruisce un dramma borghese con una splendida Ariane Ascaride. Locatelli conferma la sua capacità di raccontare il dolore, mantenendo la giusta distanza e rispettando l'intimità dei personaggi.
Margherita Fratantonio, Taxidrivers
Con Isabelle Mirko Locatelli tocca il notevole traguardo del terzo lungometraggio e giunge a confrontarsi con modelli raffinati di cinema transalpino che, nella struttura della materia filmica, prediligono il non detto, il marginale e tutto ciò che, generalmente, il cinema mainstream giudica superfluo e di cui si sbarazza in sala montaggio.
Ascaride ci conduce attraverso una disamina essenziale e dimessa dell’ipocrisia umana, calata in una cornice provinciale che sa molto di Claude Chabrol ma rivela sicuro mestiere tanto nella scrittura, a firma dello stesso Locatelli e di Giuditta Tarantelli, quanto nella direzione degli attori.
Gianfrancesco Iacono, La Rivista del Cinematografo
Locatelli come sempre, si muove proprio lì, dove il cinema serve: sulla soglia del segreto. Leggero e pudico come i francesi che ama, gira un film così scarno e laconico (il che non significa poco parlato) da farsi inevitabile teatro di spettri, di domande, di possibili tensioni non dette, trattenute nei corpi messi in scena, e non dimostrate. Al limite esplose, d’improvviso, con sconcerto. Perché stare sulla soglia del segreto significa cercare un cinema in cui ciò che lega i personaggi è una domanda costante, da ridefinire di continuo.
Giulio Sangiorgio, FilmTv
Dietro la grata della sua drammaturgia ragionata e scritta, quello di Mirko Locatelli rimane un cinema di osservazione e di attesa, un cinema che, proprio per la radicalità di questa scelta, poggia su equilibri delicatissimi.
Isabelle si dimostra film lucido e spietato che risponde a un’idea di cinema volta a ricomporre una realtà da sondare attraverso elementi semplici e diretti, che restituisce un mondo che cela nervature, pensieri e sentimenti occulti.
Luca Pacilio, gli SPIETATI
In un contesto che ricorda il cinema di Bertolucci e Guadagnino va in scena una vicenda che per certi versi è debitrice della poetica del regista di Ultimo Tango a Parigi.
Giorgio Catalani, AnonimaCinefili